Il Metodo ideografico di Sebastiano Paulesu

Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Sebastiano Paulesu sul suo innovativo metodo di insegnamento degli scacchi ai bambini.

Quando nel 2002 iniziai un laboratorio scolastico presso una scuola primaria di
Sassari avevo già una certa esperienza di istruttore di scacchi presso il mio circolo, ma non avevo ancora sviluppato un metodo per la didattica a scuola.
I primi rudimenti di scacchi insegnati ai bambini ed i primi supporti "innovativi" furono allora dei bottoni magnetici colorati (verdi per i movimenti, gialli per il pericolo delle case contese, rossi per le case controllate dai pezzi avversari).
Poter rappresentare visivamente le linee di attacco dei pezzi era già una grande novità nella didattica scacchistica: ed allora non c'erano ancora tutte quelle applicazioni di scacchi che ormai sono diventate bellissime.
Nel corso di quello stesso anno mi accorsi subito che la didattica tradizionale degli scacchi era quasi un fallimento riproposta nelle scuole: pochi bambini erano in grado di seguire le lezioni, ed il loro divertimento era solo quello di poter giocare dopo venti minuti di "noiosa lezione".
Fu così che mi ingegnai di trovare degli espedienti per coinvolgere tutta la classe nel suo insieme, anche i bambini meno interessati agli scacchi. Trasformai la scacchiera murale classica nella mia personalissima scacchiera ideografica.
Con l'utilizzo di alcune icone magnetiche (impronte, fuochi, bombe, muri, ecc.) riuscii a catturare la loro attenzione, e i contenuti restavano più facilmente impressi nella loro mente.
Fu la prima innovazione, ma altre ne seguirono nello stesso anno scolastico. Da subito mi resi conto che oltre all'attenzione nelle scuole c'è un'altra problematica: la disciplina. Spesso infatti anche per una genuina volontà di partecipazione i bambini si accavallano caoticamente ed è difficile fare lezione. Così mi inventai un sistema di premi per chi seguisse più silenzioso la parte teorica della lezione (comunque sempre interattiva e mai frontale).
Questo sistema fu quello delle carte scacchistiche che il mio amico e collega Michele Devilla aveva iniziato a stampare su mia richiesta presso la sua tipografia.
Fu il primo prototipo del metodo ideografico: le carte all'inizio riguardavano solo semplici schemi di matto in una o due mosse, ma presto si arricchirono di miei proverbi scacchistici, che si rivelarono particolarmente efficaci per spiegare i principi generali, le regole di contegno sportivo e la conoscenza basilare dei movimenti e delle informazioni strategiche di base.

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21/01/2018

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