Gli scacchi sono un gioco e la mente il suo campo
Ancora un interessante articolo di Uvencio Blanco Hernandez, che stavolta approfondisce sulla natura degli scacchi come gioco e sui risvolti positivi che la pratica degli scacchi può avere nella formazione del carattere, soprattutto dei più giovani.
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Gli scacchi sono un gioco e la mente il suo campo (1)
di Uvencio Blanco Hernandez (2)
“Scacchi, la Regina attende” di Tone Aanderaa (2014)
Da tempo immemorabile, il gioco fa parte del comportamento e della cultura di ogni gruppo umano, si tratta quindi di un'attività assolutamente naturale dell' uomo.
Gli scacchi sono un gioco di strategia, perché contribuiscono allo sviluppo della capacità di concentrazione, del pensiero tattico e della volontà, attraverso il processo decisionale e nel susseguirsi di situazioni complesse o incerte.
Dalla sua origine remota, il gioco degli scacchi ha accompagnato la nascita, lo sviluppo e la caduta di molte civiltà, sopravvivendo ad esse ed evolvendosi nella sua struttura e nelle sue forme, così come nelle sue regole e nella sua dimensione universale.
All'inizio fu il gioco
Il termine gioco si riferisce a un'attività umana o a un'espressione culturale di carattere universale il cui fine ultimo è il divertimento e il piacere derivante dalla sua pratica. Il gioco ha le sue regole e, in quanto attività essenziale, può anche continuare per tutta la vita.
Da tempo immemorabile, il gioco fa parte del comportamento e della cultura di ogni gruppo umano. I bambini di tutti i tempi e luoghi hanno giocato, da soli o in gruppo. Si tratta quindi di un'attività connaturata all'essere umano.
Tuttavia, il gioco va oltre il puro divertimento; è un'attività coinvolgente, volontaria e spontanea; un modo in cui i bambini possono testare i loro limiti (cosa sono, cosa possono fare e quanto lontano possono andare), partecipare a nuove esperienze e imparare su se stessi e sugli altri.
Allo stesso modo, la stretta relazione tra i concetti di gioco e cultura è degna di nota. Infatti, Huizinga (3) (1938), ha affermato che il gioco è più antico della cultura; quindi, la civiltà nasce e si sviluppa nel gioco. Da parte sua, Corsaro (4) (1985), sottolinea che i giochi che facciamo creano un legame culturale comune che collega i bambini con le generazioni precedenti; ma crea anche un legame culturale tra i bambini stessi.
Gli scacchi come gioco
Gli scacchi sono concettualizzati come un gioco di strategia; cioè, appartengono al gruppo che contribuisce allo sviluppo della capacità di concentrazione, del pensiero tattico e della volontà, attraverso la capacità di prendere decisioni in situazioni complesse o incerte.
Queste attività sono utilizzate principalmente nell'esercizio delle strategie di pensiero, all'interno dei metodi euristici che la pedagogia definisce come "tecniche per imparare a imparare".
Data la sua importanza dal punto di vista pedagogico, insistiamo ancora una volta sul fatto che, come gioco, gli scacchi soddisfano una serie di caratteristiche, tipiche dei giochi; cioè:
è un'attività volontaria.
Il gioco è un fenomeno universale. è presente in tutti gli esseri umani e quindi in tutte le culture e in tutti i bambini che crescono e si formano normalmente. In ogni civiltà e luogo i bambini giocano appena ne hanno l'opportunità, facendolo in modo totalmente naturale e volontario. Giocare è parte della loro vita e costituisce una delle poche cose che possono decidere da soli. In questo senso, come gioco, gli scacchi sono un atto volontario, disinteressato e immanente.
Ha un fine determinato.
Giocare a scacchi è in un contesto in cui il soggetto si diverte e ottiene piacere come risultato della sua pratica. Questo implica che è legato al benessere psicologico, quindi tende a ridurre i rischi di soffrire di alcuni problemi di salute -sia fisici che mentali- come gli stati di tensione e di ansia. Inoltre, questo gioco ha un effetto ansiolitico che migliora gli stati di irritabilità e aggressività.
Ha dei limiti.
Il gioco degli scacchi si esprime in un tempo, un contesto e un luogo specifici. Inoltre, nell'effettuare le sue mosse, il giocatore è governato da alcune regole che sono diverse da quelle di tutti i giorni. Il rispetto delle regole e degli obiettivi è fondamentale per lo sviluppo e l'integrazione sociale.
è regolato.
L'ordine interno, tipico degli scacchi, è organizzato intorno a una serie di azioni che determinano un insieme di regole esplicite, il che genera una realtà diversa dal quotidiano. Allo stesso tempo, il riconoscimento delle regole contribuisce allo sviluppo dell'autocontrollo nei suoi praticanti.
Forma il carattere.
Il gioco è un fattore di sviluppo della persona al fine di conseguire uno stile di vita che porta l'individuo a realizzare la sua vocazione e, in molti casi, la sua professione. In questo senso, la pratica regolare del gioco degli scacchi stimola la disciplina dei suoi giocatori, che tendono ad essere più organizzati, strutturati, puntuali, rispettosi e meno propensi a cadere in cattive abitudini, quindi questo comportamento può diventare un fattore di sviluppo personale.
Il gioco degli scacchi è un modo attraverso il quale le abitudini virtuose e i modelli di carattere facilitano l'inserimento dei suoi giovani praticanti nella sfera pubblica della vita adulta, in particolare nell'inserimento nel mondo del lavoro. Pertanto, è un'opportunità per lo sviluppo del carattere, inteso come "un insieme di valori di azione morale".
Stimola le capacità cognitive.
Una delle caratteristiche più rilevanti del gioco degli scacchi, con ampie applicazioni pedagogiche, è legata alla stimolazione che questa attività esercita sull'espressione di determinate abilità cognitive. Importanti ricerche suggeriscono che il gioco degli scacchi facilita lo sviluppo di soft skills come l'immaginazione, la creatività e la capacità di pianificare e risolvere i problemi.
Promuove valori.
Il gioco è uno strumento appropriato per insegnare a tutti, ma in particolare ai più giovani, valori e virtù come la giustizia, la lealtà, il miglioramento di sé, la convivenza, il rispetto, l'amicizia, il lavoro di squadra, la disciplina, la responsabilità e la tolleranza.
Assume una funzione sociale.
Il gioco degli scacchi stimola lo sviluppo di certe capacità cognitive e favorisce il pensiero simbolico, che facilita la sua azione civilizzatrice, contribuendo all'integrazione dell'individuo alla sua cultura. Ciò implica che questo gioco promuove lo sviluppo e l'integrazione sociale dei suoi praticanti perché, come gioco, è un mezzo di interazione dell'individuo con gli altri, raggiungendo livelli di integrazione che quasi nessun'altra attività può raggiungere, con tutto ciò che questo implica nella costruzione dell'individuo come essere sociale.
Nel gioco e in particolare negli scacchi, non ci sono colori, razze, credi, sessi o strati sociali, in tal modo ai giocatori di scacchi vengono instillati il rispetto, il riconoscimento e la tolleranza per le differenze tra le persone.
Si evolve.
Non c'è gruppo umano in cui il gioco non esista; si può osservare infatti come si sia evoluto insieme a tali gruppi nel corso della storia. Secondo Boyd e Richerson (5)(2005)
“La cultura... è costituita dall'insieme di idee, abilità, valori, credenze, linguaggi e atteggiamenti che possono essere acquisiti attraverso l'imitazione, l'insegnamento e altre forme di apprendimento sociale indiretto come, per esempio, la facilitazione sociale dell'attenzione verso certe azioni o oggetti. La cultura è un'informazione che si trasmette e che condiziona il comportamento che gli individui sviluppano".
Da parte sua, Huizinga (6) , afferma che il gioco è precedente a qualsiasi cultura, per cui è necessario risalire ai primi colonizzatori del pianeta Terra; inoltre, sottolinea che
“C'è stato un fattore di competizione ludica più antico della cultura stessa che permea tutta la vita alla maniera di un fermento culturale, quindi possiamo dire che il gioco era parte integrante della civiltà nelle sue prime fasi. La civiltà è nata con il gioco e come gioco, per non separarsene mai più”.
Visti come un gioco, fin dalla sua origine remota in Egitto, India, Persia, Cina o Irlanda, gli scacchi hanno accompagnato la nascita, lo sviluppo e la caduta di molte civiltà, e sono sopravvissuti ad esse evolvendosi sia nella sua struttura e nelle sue forme, sia nelle sue regole e nella sua portata universale durante un periodo di tempo che supera i 30 secoli .
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(1) Titolo originale El ajedrez es un juego y su campo, la mente
(2) Arbitro ed Organizzatore Internazionale e Consigliere della Chess in Education Commission (EDU) della FIDE
(3) Johan Huizinga, storico e linguista olandese (1872-1945), Rif. Homo ludens (1938), ed. italiana Einaudi, 2002
(4) Corsaro, W. (1985). Friendship and Peer Culture in the Early Years. Norwood: Ablex
(5) Boyd, Robert - Richerson, Peter J., The Origin and Evolution of Cultures, Oxford University Press, 2005
(6) Carlos Morillas González, Huizinga-Caillois variaciones sobre la visión antropológica del juego, Enrahonar, Nº 16, 1990, pagg. 11-40.
Altre fonti di riferimento:
Blanco, U. (2004) "Juego limpio contra el dopaje en el deporte"
Blanco, U. (2019) "Dopaje y trampas en el ajedrez"